Che siano di albicocche, di fichi, di mirtilli o di arance, le chiamiamo tutte – erroneamente – marmellate.
Il termine marmellata deriva dal portoghese marmelada, che indica una preparazione a base di marmelo (mela cotogna).
A definire e chiarire la differenza tra marmellate e confetture interviene nel 1982 l’Unione Europea con una direttiva.
Per marmellata si intende una preparazione a base di agrumi e zucchero. La quantità di agrumi (esclusivamente arancia, mandarino, limone, cedro, bergamotto e pompelmo) deve necessariamente superare il 20% e si possono utilizzare polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorza.
A differenza della marmellata, per la confettura si può utilizzare qualsiasi tipo di frutta: l’Unione Europea non pone limiti purchè si utilizzi la polpa in percentuale superiore al 35%.
Se la percentuale di polpa supera il 45%, parliamo di confettura extra.
La composta invece, a differenza delle marmellate e delle confetture, non ha una regolamentazione precisa. Si tratta semplicemente di una delle precedenti con una percentuale di frutta superiore al 65%, un contenuto minore di zucchero e una consistenza più cremosa in quanto la frutta viene frullata. Per questo è considerata molto più sana e meno calorica.
A proposito di zucchero……
Un regolamento CE del 2006 ha ammesso le diciture relative agli zuccheri:
- Senza zuccheri, il prodotto contiene meno dello 0,5% di zucchero;
- A basso contenuto di zuccheri, il prodotto contiene meno del 5% di zucchero;
- Senza zuccheri aggiunti, il prodotto non contiene zuccheri aggiunti o altri prodotti alimentari utilizzati per le loro proprietà dolcificanti. Se sono presenti comunque zuccheri della frutta (utilizzando succhi o concentrati di frutta – e quindi glucosio e fruttosio) va indicato con la dicitura Contiene naturalmente zuccheri.
I prodotti tra cui scegliere sono davvero tanti, l’importante è farlo con consapevolezza! ?